Per la prima volta nella storia politica dell’Italia repubblicana una donna assume la carica di Primo Ministro.
Si tratta di un fatto importante che merita un riconoscimento generale da parte di tutte le forze politiche. Tutti noi possiamo esserne orgogliosi.
Il nuovo Governo ha di fronte sfide complicate e difficili. Chi ha a cuore il bene dell’Italia dovrebbe augurarsi che questo esecutivo faccia il meglio possibile.
Fa parte di un teatrino ormai unto e consumato dichiarare una opposizione di principio, dura e senza sconti, prima ancora della riunione del Consiglio dei Ministri. Un’opposizione in buona salute istituzionale, rispettosa della Costituzione, della democrazia e del risultato elettorale farebbe semplicemente ciò che le opposizioni fanno nelle democrazie storiche: intanto riflettere sui propri errori, comprendere meglio le scelte dell’elettorato, intervenire nel merito dei provvedimenti, auspicabilmente indicando, nel concreto, soluzioni alternative praticabili e non fumose. Una opposizione militante, pregiudiziale, rabbiosa, concentrata sul rancore per i poteri perduti e delle poltrone abbandonate, non porta bene alla salute democratica, porta male al Paese e in genere conduce allo sbaraglio i partiti che ne interpretano l’ormai scontata sceneggiatura. Dunque una buona opposizione non può essere una guerra per riconquistare le posizioni perdute. Come si ripete solo nei momenti solenni dovrebbe guardare non ai propri interessi di gruppo o di partito ma agli interessi generali. Se un governo fallisce nei compiti condivisi è tutto il Paese che regredisce e va in malora.
Un ruolo importante spetta anche alla libera stampa.
E’ bene ribadire che il suo ruolo primario sia quello di vigilare e criticare l’operato dei poteri costituiti. La stampa italiana però dovrebbe anche vigilare su se stessa, vigilare sui poteri in cui si trova coinvolta, non raramente in imbarazzanti situazioni di conflitto di interessi.
Una democrazia in buona salute presuppone un libero confronto di posizioni, opinioni e legittimi interessi, presuppone che tutto questo maturi e si sviluppi entro un quadro realistico e non camuffato di narrazioni politico-sociale. Troppo frequentemente la nostra stampa svolge un ruolo militante e fazioso, sembra operare in regime di libertà vigilata rispetto alle proprietà da cui è rigidamente controllata, propone fatti che sono interpretazioni, non raramente manipolazioni o caricature del reale. Una buona democrazia funziona se i numerosi attori che interpretano gli imperativi costituzionali agiscono nel modo migliore.
L’attore principale è naturalmente il Governo in carica ed è giusto che sia al centro dell’attenzione e della preoccupazione generale.
Prepariamoci a valutare senza pregiudizi i fatti concreti, nelle situazioni storicamente determinate. Le sfide, lo sappiamo, sono enormi. La crisi è senza precedenti nella storia delle Repubblica. L’Europa non sembra all’altezza di un ruolo di protagonista sullo scenario mondiale. Siamo in una situazione in cui il ministero più importante non è il Ministero per l’Economia, come a volte si dice, ma il Ministero degli Esteri.
Speriamo bene e tanti auguri di buon lavoro al nuovo esecutivo e a Giorgia Meloni.
Ottobre 2022
Gianfranco Meazza