L’Europa, un continente ricco di storia, cultura e innovazione, si trova oggi in una posizione di sudditanza.
Gran parte dei problemi centrali che l’Italia, e di riflesso la Sardegna, si trovano ad affrontare in termini di pianificazione e sviluppo dell’economia derivano da questo scenario che ha radici storiche.
Non è solo un problema italiano, ma è l’intera Unione Europea a vivere sotto la passività degli Stati Uniti in termini di sicurezza e politica estera, limitando la sua capacità di agire autonomamente e perseguire i propri interessi strategici.
Questa situazione è paragonabile alla Lega di Delo del V secolo a.C., fondata per difendere la Grecia dalle minacce persiane, ma che si trasformò in uno strumento di dominio ateniese. Le città-stato aderenti, costrette a contribuire con navi e tributi, si trovarono sotto il dominio economico e militare di Atene.
Analogamente, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, si è generata una dinamica simile tra Stati Uniti ed Europa. Un’alleanza che, all’apparenza, è principalmente militare attraverso la NATO, ma che nella realtà è molto più complessa. La preoccupazione degli Stati Uniti è stata di creare nel continente europeo una grande area di rilevanza economica, funzionale ai propri interessi. La protezione americana è diventata strumento per ottenere concessioni su altre questioni, come il commercio e la politica monetaria.
Come ha ben scritto lo storico Grey Anderson “…La Nato ha agito come un’agenzia di rating per l’Unione Europea nell’Europa orientale, dichiarando i paesi sicuri per lo sviluppo e gli investimenti. L’organizzazione ha spinto i potenziali partner ad aderire a un credo liberale e pro-mercato, secondo il quale – come ha affermato il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Bill Clinton – “il perseguimento di istituzioni democratiche, l’espansione dei mercati liberi” e “la promozione della sicurezza collettiva” hanno marciato a passo serrato. I professionisti militari europei e le élite riformiste hanno formato un collegio elettorale volontario, le cui campagne sono state potenziate dall’apparato informativo della Nato”. (The New York Times, 11.07.2023, si veda per una compiuta analisi “Natopolitanism, the Atlantic alliance since the cold war” 2023).
Oggi, le politiche europee continuano ad essere influenzate dalle priorità americane, e l’Unione Europea si rivela impotente e fragile, e questa relazione asimmetrica limita la capacità dell’Europa e degli Stati membri di sviluppare una politica estera indipendente. L’Europa ha un ruolo cruciale da giocare sulla scena globale, ma per farlo deve emanciparsi, imparando dalle lezioni della Lega di Delo. Gli Stati membri devono orientarsi a gestire autonomamente il multilateralismo, una politica economica aperta ma equilibrata, nonché a gestire la propria sicurezza.
L’Unione Europea dovrà necessariamente rivedere il contenuto dei propri Trattati, semplificare quella che oggi è una iper burocratica rete di istituzioni e normative che al momento sono di ostacolo per affrontare le sfide significative. Dovrà inoltre mettere in campo una strategia comune che miri all’autonomia. La storia della Lega di Delo offre una lezione preziosa. L’epilogo cui si giunse con la sconfitta di Atene con la guerra nel Peloponneso e la fine della Lega di Delo dovrebbe far riflettere.
L’Unione con tutti gli Stati membri di oggi deve superare la sudditanza, sviluppare un sistema di difesa comune che riduca la dipendenza e avviare politiche economiche in funzione esclusiva della propria prosperità tenendo conto delle diverse esigenze e potenzialità di ciascun Paese membro, con un ruolo più attivo sulla scena internazionale, promuovendo la pace e la stabilità attraverso il dialogo e la diplomazia, e questo vale con particolare riferimento alla guerra in Ucraina.
Solo attraverso un impegno deciso per l’indipendenza e la cooperazione interna, l’Unione tra gli Stati membri può garantire il suo ruolo rispetto agli altri continenti e affrontare le sfide globali come la stabilità finanziaria, la sicurezza energetica, la sicurezza alimentare e le nuove tecnologie, compresa la tutela ambientale e la promozione di colloqui di pace. Esiste il potenziale per essere un leader globale, ma per farlo occorrono personalità politiche lungimiranti che lavorino per l’emancipazione dalla sua attuale posizione di passività, per seguire un futuro che sarà basato da un’economia mondiale multipolare e da qui la necessità di costruire rapporti multilaterali.
Sassari, 30 Giugno 2024
Gianfranco Meazza
Presidente Identità e Costituzione ets.
Europe, a continent rich in history, culture, and innovation, finds itself today in a position of subordination.
Many of the central problems that Italy, and by extension Sardinia, face in terms of economic planning and development stem from this scenario, which has historical roots.
It is not just an Italian problem, but the entire European Union lives under the passivity of the United States in terms of security and foreign policy, limiting its ability to act autonomously and pursue its own strategic interests.
This situation is comparable to the Delian League of the 5th century BC, founded to defend Greece from Persian threats, but which turned into an instrument of Athenian domination. The member city-states, forced to contribute ships and tributes, found themselves under the economic and military control of Athens.
Similarly, since the end of World War II, a similar dynamic has arisen between the United States and Europe. An alliance that, on the surface, is primarily military through NATO, but in reality, is much more complex. The concern of the United States has been to create a large area of economic relevance in the European continent, functional to its own interests. American protection has become a tool for obtaining concessions on other issues, such as trade and monetary policy.
As historian Grey Anderson aptly wrote, “NATO has acted as a rating agency for the European Union in Eastern Europe, declaring countries safe for development and investment. The organization has pushed potential partners to adhere to a liberal and pro-market creed, according to which – as stated by President Bill Clinton’s national security advisor – ‘the pursuit of democratic institutions, the expansion of free markets’ and ‘the promotion of collective security’ marched in lockstep. European military professionals and reformist elites formed a voluntary constituency, whose campaigns were powered by NATO’s informational apparatus.” (The New York Times, 11.07.2023, for a complete analysis see “Natopolitanism, the Atlantic alliance since the cold war,” 2023).
Today, European policies continue to be influenced by American priorities, and the European Union reveals itself to be powerless and fragile, and this asymmetric relationship limits Europe’s and its member states’ ability to develop an independent foreign policy. Europe has a crucial role to play on the global stage, but to do so, it must emancipate itself, learning from the lessons of the Delian League. Member states must aim to manage multilateralism autonomously, an open but balanced economic policy, as well as managing their own security.
The European Union will necessarily have to review the content of its Treaties, simplify what is currently an overly bureaucratic network of institutions and regulations that are currently an obstacle to facing significant challenges. It will also need to implement a common strategy aiming for autonomy. The history of the Delian League offers a valuable lesson. The outcome that led to Athens’ defeat in the Peloponnesian War and the end of the Delian League should be a point of reflection.
Today’s Union, with all its member states, must overcome subordination, develop a common defense system that reduces dependence, and initiate economic policies exclusively for its own prosperity, taking into account the diverse needs and potentials of each member state, with a more active role on the international stage, promoting peace and stability through dialogue and diplomacy, particularly with reference to the war in Ukraine.
Only through a determined commitment to independence and internal cooperation can the Union among member states ensure its role relative to other continents and address global challenges such as financial stability, energy security, food security, and new technologies, including environmental protection and the promotion of peace talks. There is potential to be a global leader, but this requires visionary political figures working for emancipation from its current position of passivity, towards a future that will be based on a multipolar global economy and hence the necessity to build multilateral relationships.
Sassari, 30 June 2024
Gianfranco Meazza
President of Identity and Constitution ets.