L’integrazione dell’Europa basata su una visione puramente economica si è rivelata un errore strategico.
L’accentramento dei poteri decisionali a Bruxelles ha generato un incremento di conflittualità e contrasti tra gli Stati membri. Inoltre, l’eccessivo allargamento a numerosi altri Paesi ha accentuato le divergenze e le visioni differenti all’interno dell’Unione.
In un contesto del genere, risulta impraticabile affrontare e gestire in modo omogeneo i problemi specifici dei singoli Stati membri. È necessario, invece, adottare un approccio che rispetti le peculiarità di ogni Paese e promuova una collaborazione più equilibrata e sostenibile.
Occorre una politica estera autonoma che guardi ad una visione multipolare di pace e cooperazione internazionale e che superi l’attuale dipendenza, ormai al limite del servilismo, nei confronti degli Stati Uniti.
È indispensabile definire una strategia di digitalizzazione che non sia subordinata ai mercati finanziari e a influenze esterne. Allo stesso tempo, è necessario introdurre una disciplina seria ed equilibrata dei mercati finanziari, fondata su linee guida chiare impartite da un’autorità politica europea.
Sul fronte ambientale, è fondamentale promuovere una politica del clima e della sostenibilità che sia equilibrata e priva di esasperazioni ideologiche. Tuttavia, la priorità deve essere rappresentata dalla reindustrializzazione concreta degli Stati membri, all’interno di una visione di confederazione europea. Questo modello deve garantire a ogni Stato membro la propria sovranità, evitando la centralizzazione del potere nella Commissione Europea.
Per realizzare questi obiettivi, è imprescindibile una revisione radicale dei Trattati europei (Maastricht e poi Lisbona). Bisogna riprendere in mano il Trattato di Roma del 1957, rivisitarlo e riadattarlo alle sfide del presente e del futuro. Solo attraverso questa revisione si potranno affrontare efficacemente i problemi attuali e promuovere una cooperazione più forte e concreta tra gli Stati europei.
Sassari, gennaio 2025
Gianfranco Meazza
Presidente Identità e Costituzione ETS
Jacques Sapir: “La causa principale dei problemi economici della Francia è e resta l’euro
(tratto dal sito Front Populaire fr.)