INTERVENTI DEL COMUNE DI SASSARI
Il disagio presente nei ragazzi e adolescenti è qualcosa che ha ragioni strutturali e storiche. Parte da lontano, dallo sviluppo di politiche neoliberiste fuori controllo che hanno condotto allo sgretolamento del tessuto sociale e del senso di Comunità. Politiche che hanno impresso un cambiamento radicale nei nostri comportamenti e in quelli dei ragazzi. L’esaltazione narcisistica dell’individuo a scapito della dimensione collettiva.
La pandemia in questi due anni non ha fatto altro che accentuare questo disagio.
Non ha prodotto solo paura. La paura presuppone il pericolo, vero o presunto, ma sempre perimetrabile e di fronte al pericolo si scatena uno stato di apprensione. Ci siamo trovati di fronte a qualcosa di non determinabile- perchè non è(ra) chiaro cosa fosse, senza conoscerne le origini, la portata e come contrastarla e addirittura con la scienza incerta e impotente davanti a microorganismi insidiosi a livello globale- allora si scatena uno stato emotivo ancora più grave. L’angoscia. Incertezza e indeterminatezza che sono causa di inquietudine. Questo è stato l’effetto della pandemia in particolare tra i giovani. E’ una ferita che è stata aperta perché ha incrementato la fragilità e acuito le disuguaglianze.
E non si tratta di disuguaglianze riferite al contagio. Tutti bene o male siamo stati esposti al contagio. Mi riferisco alla condizione personale ed economica delle famiglie e degli adolescenti più vulnerabili.
Abbiamo vissuto la didattica a distanza, l’allontanamento. La sospensione della socializzazione ha incrementato il disagio.
Pian piano stiamo riprendendo la vita normale e in questa ripresa della normalità possiamo constatare quanto sia importante per tutti, a maggior ragione per i ragazzi e adolescenti, guardare al futuro incontrarsi , confrontarsi , stare insieme, socializzare.
Con la pandemia abbiamo potuto constatare quanto la comunità sociale e i momenti di socializzazione e inclusione siano essenziali per il benessere di tutti , in particolare dei ragazzi e adolescenti.
I SINTOMI DEL DISAGIO
I sintomi del disagio giovanile si constatano, tra le altre cose, nei dati della scuola e della dispersione scolastica.
Sul piano nazionale abbiamo percentuali alte rispetto ai parametri indicati dall’Unione Europea il cui obiettivo è di arrivare al 9%. In Italia siamo al 14%. Dietro rispetto agli altri Stati membri. Sul piano locale della Provincia di Sassari si registra un tasso di abbandono scolastico del 22%. Cioè significa che ogni cinque studenti uno abbandona la scuola. Lontanissimo dalle indicazioni europee , lontano dalla media nazionale.
Per contrastare il fenomeno serve una azione congiunta tra tutte le istituzioni, la scuola, gli insegnanti, i formatori , l’Università quale cuore pulsante della formazione.
CENTRALITA’ DELLA FAMIGLIA
I livelli di azione devono essere diversificati e coinvolgere le istituzioni centrali e territoriali e ogni intervento dedicato a bambini e ragazzi deve proteggere e assistere la famiglia, che è “l’unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli”. (Convenzione sui Diritti dell’Infanzia).
INTERVENTI DEL COMUNE DI SASSARI
Il Comune di Sassari sta mettendo in campo tutto l’impegno, per quanto possa fare l’ente locale. Per esemplificare:
-nell’utilizzo delle risorse sul programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione (c.d. P.I.P.P.I),è un progetto che ha un costo medio annuo di circa 70.00,00 euro e coinvolge le scuole e le famiglie. Ha la finalità di sostenere le famiglie in un processo educativo, per promuovere con i genitori momenti di confronti e condivisione, individuare modalità per star bene con i proprio figli attraverso l’accompagnamento di un educatore e creando una rete di scambio tra scuola famiglia e servizi.
- Nell’utilizzo delle risorse relative agli Interventi Territoriali Integrati (c.d. ITI), partito nei primi mesi del 2021e ancora in corso. Si tratta di un progetto mirato ad intervenire nei rioni di San Donato, Sant’Apollinare e alcune aree adiacenti il centro storico. I servizi, per un importo di 160.000,00 euro circa, prevedono la realizzazione di laboratori di educazione alla genitorialità, in grado di promuovere attività di coinvolgimento delle famiglie e l’attivazione di progetti personalizzati di integrazione scolastica e sociale finalizzati a contrastare la dispersione scolastica.
– Nell’utilizzo dei Fondi Nazionali delle Politiche Sociali (FNPS), a breve il Comune di Sassari (con l’Ambito Territoriale del Piano Locale dei Servizi alla Persona) investirà circa 600.000,00 euro per due annualità per interventi mirati, di tipo formativo educativo. Saranno diretti a sostenere le famiglie, ad aiutare i ragazzi al recupero scolastico, ad acquisire un metodo di studio, anche come supporto nello svolgimento di compiti nelle ore pomeridiane attraverso il coinvolgimento di giovani laureati, a favorire la sana aggregazione e socializzazione.
– Nell’utilizzo delle risorse del progetto che riguarda l’assistenza emergenziale (LGNetEA), tuttora in atto per un importo di circa 110.000,00 euro che ha la finalità di contrastare la vulnerabilità dei ragazzi, creare percorsi di integrazione, di realizzare laboratori gratuiti in favore di ragazzi e con la partecipazione di ragazzi migranti per attività di animazione socio culturale e socio educativo presso il Centro Poliss, sia nella struttura del Centro Poliss di via Baldedda a Monte Rosello che di Piazza Santa Caterina al centro storico.
Vi sono inoltre tutti gli altri interventi di supporto alla famiglia e ai minori come il Servizio di Educativa Territoriale (SET) per euro 650.000,00 circa che serve per contrastare il disagio, tramite il sostegno alla famiglia, supportare le capacità genitoriali, favorire il processo di crescita e il superamento di condizioni di svantaggio socio-educativo, relazionale e culturale.
IL LEGISLATORE DEVE INVESTIRE DI PIU’ NELLA ISTRUZIONE ED EDUCAZIONE
Diviene importante non perdere di vista il fulcro essenziale e centrale: siccome il disagio giovanile può sfociare facilmente nella dispersione o abbandono scolastico con conseguenze nella povertà di conoscenze, esclusione sociale e disuguaglianza, è imprescindibile investire di più nell’istruzione e nella educazione e anche nella formazione degli insegnanti.
Invece il legislatore nazionale investe solo il 7,9% della spesa pubblica, un dato inferiore a quello di altri stati membri. Siamo sotto la media della Ue (10,2%), siamo sotto la Grecia, la Germania, sotto la Francia e pure sotto la Romania.
Investire di più per istruire, perché è con l’istruzione che avviene il trasferimento del patrimonio conoscitivo, perchè sia soprattutto un patrimonio di saperi più che di competenze del “fare”. Ma anche per educare, perché è con l’educazione che avviene l’individuazione delle intelligenze dei giovani. E poiché le intelligenze sono diversificate non esistendo una sola intelligenza, compito dei formatori e insegnanti è anche individuare la qualità delle intelligenze dei ragazzi. Investire e motivare buoni insegnanti significa aiutare i ragazzi a strutturarsi, a costruirsi un mondo morale e sentimentale e a diventare adulti e “civis”.
Se non si interviene alla radice e si considera centrale e prioritario anche in termini di risorse l’ azione di educazione e di individuazione delle intelligenze, il rischio è l’abbandono scolastico e la dispersione. Con tutto ciò che ne consegue in termini di povertà sociale e spirituale, di piaghe derivate, di bullismo, delle varie forme di vandalismo giovanile, di microcriminalità, droga, alcool e condotte devianti in generale.
Dall’intervento in Commissione Consiliare, V° Commissione, del 16.02.2022
gianfranco meazza.